La prima operazione che richiede cura e competenza per un efficace processo di analisi dei terreni è il campionamento: la corrispondenza dei risultati analitici con la reale composizione fisico-chimica del terreno dipende infatti da un corretto prelievo dei campioni da analizzare. Il prelievo male eseguito può portare ad interpretazioni errate dei risultati analitici.
Come per le acque, anche per i terreni vengono svolte analisi chimiche e microbiologiche.
Le analisi chimiche dei terreni agrari hanno lo scopo di rilevare l’abbondanza o carenza di macro-, micro-elementi in relazione alla nutrizione vegetale, interazioni positive/negative, eccessi. Per i terreni di bonifica invece le analisi chimiche hanno lo scopo di individuare l’eventuale stato di inquinamento del suolo, ad esempio il contenuto di metalli pesanti, solventi, IPA, PCB, idrocarburi, diossine e furani.
Le analisi biologiche servono invece a determinare quantità e specie di microorganismi presenti nel suolo (sia benefici che dannosi per le piante), quali attori fondamentali dei processi biochimici del terreno.